CESCA

Centro studi Corrado e Ippolito Cafici

   ".... due fratelli che andavano per grotte"

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" CESCA 2021

4-5 settembre 2021

11-12 settembre 2021


Programma

 Chi siamo

La nostra missione


Fondato il 31 ottobre 2020, il Centro Studi Corrado e Ippolito Cafici-CESCA è un Ente di Terzo Settore dedito allo studio e alla ricerca in campo geologico, paleontologico, malacologico, paesaggistico, storico, archeologico ed archivistico con particolare riferimento alle vicende della famiglia Cafici e di altre famiglie vizzinesi con essa correlate, alle attività di studio e ricerca svolte da Corrado e Ippolito Cafici, oltre che alle ricerche di altri importanti studiosi di Preistoria della Sicilia, del Continente Eurasiatico e delle regioni del Mediterraneo.


I fratelli Corrado e Ippolito Cafici


Corrado (1856-1954) e Ippolito Cafici (1857-1947) furono gli esponenti più noti di una delle più illustri e nobili famiglie di Vizzini, ultimo esito di quella illuminata tradizione aristocratica siciliana che era stata spesso, nei secoli precedenti, tutrice del patrimonio archeologico. Proprietari terrieri e abili amministratori, paleontologi e malacologi, il barone Corrado ed il fratello Ippolito, figli di Vincenzo, Deputato nel Parlamento del Regno d’Italia, erano noti soprattutto per il ruolo di primaria importanza rivestito all’interno della comunità paletnologica italiana. I due fratelli furono infatti autori di numerose scoperte e relative pubblicazioni scientifiche, in lingua italiana e tedesca, che permisero di delineare un quadro più dinamico della situazione etnica e culturale della Sicilia preistorica. Non isolati all’interno della Sicilia, intrattennero rapporti con illustri studiosi e colleghi tra i quali Gaetano Chierici, Luigi Pigorini, Paolo Orsi e Pellegrino Strober.



La città di Vizzini


La città di Vizzini è comunemente nota per lo stretto legame con l’illustre scrittore e principale esponente del Verismo italiano Giovanni Verga. La paternità dello scrittore è ancora contesa tra Catania e Vizzini ma è sicuramente a Vizzini che Verga trascorre lunghi periodi e ambienta alcune delle sue più famose opere.

Vizzini è ubicata a 586 m s.l.m. nella zona sud orientale della Provincia di Catania nei pressi dell'altopiano collinare dei Monti Iblei, alle pendici del Monte Lauro che con i suoi 986 m s.l.m. delimita i confini provinciali tra i territori di Catania, Ragusa e Siracusa.

L’insediamento vanta antiche origini preistoriche testimoniate dalla presenza di numerose stazioni-officine per la lavorazione della selce risalenti alla prima età dei metalli e di siti protostorici tra i quali possiamo annoverare il "ripostiglio" della tarda età del bronzo rinvenuto da Ippolito Cafici in contrada Tre Canali, oggi esposto nel Museo Archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa.

Scritti dedicati alla città compaiono tra il XVI e il XIX secolo e danno vita ad un acceso dibattito, ancora irrisolto, incentrato sull’identificazione di Vizzini con l’antica Bidis menzionata dalle fonti antiche.

Per maggiori informazioni si veda https://it.wikipedia.org/wiki/Vizzini#Storia

Palazzo Costa


Il Centro Studi Corrado e Ippolito Cafici ha la sua sede operativa presso il Polo Archivistico Museale di Palazzo Costa.

L’edificio fu proprietà dell’illustre medico vizzinese Gesualdo Costa (1864-1942) e venne donato dopo la morte della sua erede universale Gina Costa al Comune di Vizzini. Gesualdo Costa nacque a Vizzini il 4 Gennaio 1864 dal farmacista Don Giuseppe Costa Mazzone, eccellente chimico, e da Donna Giuseppa Risicato. La famiglia annovera tra i suoi componenti anche il filosofo, professore di Chimica all’Università di Catania, protomedico della Val di Noto, Giuseppe Maria Costa, celebre per aver curato il Re di Napoli.

Gesualdo fu chirurgo stimato e autore di numerose pubblicazioni scientifiche in campo medico. Fondò la clinica vizzinese Casa di salute presso la quale venivano curati gratuitamente i più bisognosi.

Attività


L’archivio Cafici

L’archivio della famiglia Cafici, in cui andarono a confluire appunti di studio, documenti manoscritti, quaderni con disegni, estratti di pubblicazioni e molto altro materiale documentario prodotto dai due studiosi, è stato recentemente ritrovato e acquisito dall’architetto Roberto Adorno, socio e Vice Presidente del CESCA, che continua ad averne cura al fine di preservarlo nelle migliori condizioni.

L’archivio, ancora non censito ed inventariato, presenta documenti che ricoprono un arco cronologico compreso tra il XVIII e gli inizi del XX secolo. Il CESCA si propone di avviare le attività di censimento, ordinamento e inventariazione informatizzata dell’Archivio Cafici in conformità e nel rispetto degli standard archivistici e dei parametri del SAN.


Nelle terre dei Cafici:

Archeologia di Vizzini e del suo territorio

La peculiarità del territorio di Vizzini e delle sue caratteristiche geologiche è rappresentata dalla presenza di abbondante selce che affiora fra gli strati calcarei lungo le valli fluviali dell’Amerillo, del Lavandaio e di altre località limitrofe. Tale risorsa naturale, particolarmente importante nella preistoria per la realizzazione di strumenti litici, comportò la creazione di vastissime stazioni-officina i cui resti in superficie furono scoperti e studiati, fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, dai due fratelli paletnologi vizzinesi Corrado e Ippolito Cafici, fondatori delle scienze preistoriche in Sicilia. I due fratelli Cafici, grazie alle loro entusiaste ed infaticabili ricognizioni nel territorio, scoprirono l’esistenza nell’entroterra dell’isola ed in particolare negli Iblei di tecniche preistoriche di estrazione e lavorazione della selce, che accomunavano l’isola ad altre aree del Mediterraneo. Si tratta di un’industria conosciuta con il nome di Campignano (da Campigny, località francese in cui fu individuata per la prima volta nel 1866), caratterizzata da strumenti ricavati attraverso una grossolana sbozzatura della superficie di ciottoli di forma varia, dalla tondeggiante all’ovoidale, talora appiattiti grazie ad una lavorazione resa con cavità concoidi su facce sovrapposte. Alcuni strumenti con ritocco bifacciale hanno la forma di vere e proprie amigdale, che ricordano i coup de poing o i nuclei discoidali del paleolitico. La loro datazione si colloca fra il Neolitico e l’antica età del Bronzo. Tale tecnica contraddistinse l’attività estrattiva e di lavorazione della pietra nel comprensorio di Vizzini soprattutto durante la prima età dei metalli (IV-III millennio a.C.). Gli strumenti che vi furono prodotti, quali pics e asce, si ritiene che fossero principalmente utilizzati per la lavorazione del legno e di altri materiali organici oltre che per le attività agricole e di disboscamento.

Il territorio di Vizzini è sicuramente sede di insediamenti anche nella tarda età del Bronzo e nell’età del Ferro e poi in epoca greca, come testimoniano numerosi reperti archeologici ivi rinvenuti.

Alle fasi protostoriche sono attribuibili le fibule e i bronzi del ripostiglio portato alla luce da Ippolito Cafici in Contrada Tre Canali, un bronzetto che raffigura una coppia di offerenti, anfore a decorazione geometrica, scodelloni e un askòs. Tutti questi reperti sono oggi conservati presso il Museo Archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa.

Ad età ellenistica risalgono i sepolcri visionati da Paolo Orsi sotto la chiesa di Santa Maria dei Greci, datati dallo studioso al III-II sec. a.C. ed il contemporaneo gruppo sepolcrale di contrada Olmo.

Rilevante è, infine, la quantità di frammenti ceramici riscontrabili nelle campagne del Vizzinese. Solo per citare un esempio, durante il tragitto che è necessario percorrere per raggiungere i resti della Grotta del pilastro, nella terra ivi depositata in seguito al crollo di una parte della collina sottostante la Chiesa della Matrice, è possibile osservare la presenza di frammenti di ceramica greca acroma, di ceramica a vernice nera, di ceramica romana e medievale, testimonianza di un insediamento senza soluzione di continuità sino all’epoca odierna.

La proposta progettuale si articola in tre momenti contestuali, uno conoscitivo, uno investigativo ed uno divulgativo.

Con l’attuazione della prima fase, si intende raccogliere digitalmente tutta la documentazione bibliografica, archivistica e fotografica concernente le ricerche dei Cafici ed in particolare gli studi relativi alle industrie litiche della preistoria siciliana e ai siti di rinvenimento, ivi compresi quelli degli studiosi che proseguirono le ricerche dei due paletnologi, primo fra tutti Luigi Bernabò Brea che acquisì nel 1948 al Museo Archeologico di Siracusa la Collezione Cafici. Per la raccolta della documentazione ci si propone di utilizzare un immobile storico di proprietà del Comune di Vizzini da adibire a museo virtuale della Preistoria siciliana (da inserire quindi nella rete museale della città) e centro multimediale.

Contestualmente si prevede di portare avanti una fase di indagine condotta attraverso uno studio sistematico del territorio e ricognizioni sul campo, anche al fine di censire siti che non siano ancora conosciuti.

Con l’attuazione della terza fase, rivolta al turismo sostenibile e alla scuola, in quanto finalizzata alla valorizzazione del patrimonio naturalistico vizzinese e della tradizione della lavorazione della pietra e del legno, si intende realizzare anche attività di ricostruzione degli ambienti preistorici della Sicilia attraverso un campo di archeologia sperimentale destinato alla lavorazione della selce e dei materiali costruttivi tradizionali oltre che alla riproposizione in versione reale di capanne ed ambienti abitativi e di lavorazione del Neolitico e dell’età dei metalli nell’isola. Per le riproposizioni si terranno in debito conto le proposte ricostruttive già accolte dal mondo scientifico, fra le quali si ricordano le capanne di Fildidonna (Eneolitico), Muculuffa (Antica età del Bronzo), Thapsos (Media età del Bronzo), Poggio dei Pini (Tarda età del Bronzo), che per il notevole interesse etnografico e la forte valenza didattica potranno essere utilmente messi a confronto con le sopravvivenze architettoniche di capanni e pagliari siciliani esistenti nell’interno dell’isola e con gli edifici di architettura vernacolare dell’area montana iblea.

Galleria

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